Per baciarti (Raffaele Sari Bozzolo)

PER BACIARTI



Per baciarti
vorrei portarti
in cima alla salita dove abitavo 
che sia d'estate magari 

che il cielo d'azzurro
si fa rosa poi quasi cobalto 
Ti vorrei portare
fra borragine e malva
in un piccolo prato incolto
vorrei il tuo bacio
ingenuo e scabroso
sopra la chiesa dei Cappuccini
dove finiva il vecchio asfalto 

ad un passo dall'oleandro 

dal profumo dolce
di un latte velenoso 
Lì vorrei il tuo bacio
fra i forasacchi
e le margherite selvatiche 
lì ad un passo dal mio cortile 

dove ogni sera - immagino – 

ancora s'appoggi stanco 

il motorino di mio padre

dove fra le pietre di selce 

grigia e verde
spunta la parietaria
e da sopra un muretto 

se ti sporgi appena 

oltre i tetti e le antenne

s'intravede spuntare 

il turchese e il rame 

di un ritaglio di mare 

Vorrei il tuo bacio lì
dietro la siepe di pitosforo
che ha per sfondo la montagna
perché saremmo bambini 

e vorrei amarti stavolta 

fin dall'inizio
fin da quei giorni 
vorrei baciarti lì
nascosti fra le ultime auto 
a ridosso dell'edera
che sia domenica magari 
che rintocchino le campane 

che sia mezzogiorno
e il sole sia già alto
all'aria di festa operaia
e d'allegra noia 
Per baciarti
vorrei portarti
dietro la villa liberty
dai muri bianchi e ocra
in un luogo che credevo eterno 
dove sono nato, cresciuto 

e una volta almeno morto 

che di un giorno feriale 

sia il volgere a sera
alle cinque magari
per poi farti ascoltare
seduti in terra
il canto della sirena
che non suona più, mi dicono, non suona più, 
che pure lei sembrava eterna.




Raffaele Sari Bozzolo











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